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La categoria Ambiente di Economia Cristiana
Porta la data del 4 Ottobre 2012, memoria di San Francesco d’Assisi, il Messaggio per la 62ª Giornata nazionale del Ringraziamento che sarà celebrata il prossimo 11 Novembre in tutta Italia.
Dopo il successo della prima edizione, PLEF, Planet Life Economy Foundation - Onlus, ha organizzato due Summer School d’eccezione: la prima nella Maremma Toscana dal 21/07/12 al 27/07/12, la seconda nel Monferrato dal 10/09/12 al 16/09/12.
Economia e bene comune: il nodo dell'acqua pubblica nei comuni italiani
Scritto da Luca CollodiIntervista a Andrea Masullo, presidente Comitato scientifico Greenaccord, Associazione culturale per la Salvaguardia del Creato dei cattolici italiani.
C’è un atteggiamento poco rispettoso dell’esito referendario. Il caso di Roma è emblematico. Il referendum ha espresso una preoccupazione forte, plebiscitaria da parte dei cittadini, rispetto ad un bene essenziale alla vita e alla dignità, che quindi non può essere trattato come una merce come viene ben detto anche nel documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Non può essere trattato come una merce perché nella quantità essenziale alla dignità umana, l’acqua deve essere disponibile per tutti, anche per chi non è in grado di pagarla.
EARTH DAY ITALIA® 2012: il concerto è stato visto da circa 200mila persone, tra diretta streaming, replica tv e live al Palapartenope di Napoli. E ora già si lavora alla nuova edizione, per allagare la piattaforma, fisica e virtuale.
Scritto da Laura CenciConcluso l’Earth Day Italia ® 2012, si tirano le somme dei risultati raggiunti e si lavora a nuove idee per il futuro, per far crescere l’evento, che nella vision degli organizzatori non sarà solo una giornata l’anno speciale per l’ambiente, ma un coordinamento stabile di progetti collettivi e gesti individuali incisivi e misurabili per la tutela del pianeta. Intanto, nell’edizione 2012 iI concerto di Napoli del 22 aprile ha registrato 200mila utenti, tra diretta streaming su Repubblica.it e Vodafone Lab, repliche su Sky Uno e le presenze al Palapertenope, un successo non solo in termini di partecipazione, ma anche di impatto ambientale, perché il concerto a km zero è stato anche a impatto zero, dato che grazie all’adesione di Earth Day Italia ® a LifeGate ®, le emissioni di CO2 prodotte dall’evento verranno compensate mediante l’acquisto di crediti di carbonio generati da interventi di creazione e tutela di circa 13.000 mq di foreste in Costarica, lo stato con la più alta densità di biodiversità al mondo.
22 aprile 2012: l’Earth Day Italia si celebra a Napoli con un grande concerto a impatto zero® e a km zero presentato da Serena Dandini
Scritto da Laura CenciSarà Serena Dandini a presentare il concerto dell'edizione 2012 di Earth Day Italia che si svolgerà domenica 22 Aprile 2012 al Palapartenope a Napoli. Sul palco, l'ospite internazionale di quest'anno sarà Anggun, la cantante di origine indonesiana ha deciso di offrire il proprio sostegno alla FAO come ambasciatrice di buona volontà nella lotta alla fame nel mondo. La diretta in streaming è realizzata con la cooperazione di repubblica.it e Vodafone Italia sulle proprie piattaforme web. Lo spettacolo potrà essere rivisto il giorno successivo sul canale Sky Uno, alle 23 del 23 aprile.
Negli ultimi anni l’Italia ha sperimentato una vera e propria crisi dell'edilizia popolare. L'analisi della domanda di alloggi popolari mette in luce la crescita delle richieste provenienti da famiglie non classificabili come “a rischio” ma che hanno come problema unico o prevalente quello del reddito, quindi di fatto sulla soglia di una nuova “povertà”.
Tuttavia, a questo boom di richieste non sta corrispondendo un pari aumento degli alloggi a basso costo. Ragionare sulla questione ‘casa’, però, significa occuparsi della vivibilità di un territorio e della qualità della vita di una comunità, non solo dei singoli cittadini.
L’idea di fondo dell’Housing Sociale (edilizia sociale) è quella di proporre un modello che tenga conto delle molteplici sfaccettature del problema, offrendo una risposta originale alla nuova “povertà” italiana: un fenomeno che riguarda quella parte di cittadini che non è abbastanza povera per ottenere un aiuto pubblico per l’alloggio, ma che al tempo stesso non ha le possibilità finanziarie per affrontare i canoni del mercato.
Potremmo pensare che si tratti solo di stranieri. In realtà i nuovi poveri in Italia sono principalmente italiani, soprattutto alla luce della crisi economica in atto che sta colpendo l’Italia come tutto il resto del mondo: famiglie monoreddito, spesso con figli, ma anche madri con minori a carico e persone in difficoltà per la perdita della casa/lavoro. Se ne parla molto, ma non si può dire che esista un vero e proprio settore: l’housing sociale è ancora un insieme eterogeneo di esperienze, al confine tra intervento pubblico e spontaneismo ‘sociale’, con riferimenti e strumenti ancora tutti da costruire.
E’ interessate in questo contesto raccontare l’iniziativa di Housing Sociale dell’Immobiliare Sociale Bresciana (ISB), un consorzio di cooperative sociali creato nel 2002 al fine di realizzare operazioni immobiliari socialmente rilevanti. Nel 2008 la ISB ha ristrutturato un immobile a Brescia - in un quartiere centrale ma degradato - dotato di 16 appartamenti, 5 loft e un poliambulatorio per servizi odontoiatrico e psicoterapeutico a prezzi agevolati, gestito da una cooperativa sociale.
L’immobile è affittato a basso costo - dai 200 ai 400 € al mese - a persone che si trovano in un periodo di particolare bisogno. L’impegno della ISB non si limita alla costruzione dell’alloggio: lo scopo di lungo periodo è quello di accompagnare le persone verso l’autosufficienza, per reinserirle nel mondo del lavoro e nella comunità. A tal fine è stato creato un Comitato Sociale, che ha la funzione di selezionare le domande che arrivano all’immobiliare, valutare le necessità e stabilire le priorità nell’assegnazione degli alloggi.
Il Comitato vigila poi sulla sostenibilità complessiva di ciascuna situazione familiare, aiutando chi non ha reddito a trovare un lavoro, in modo da garantire il pagamento dell’affitto e permettere a qualcun altro di beneficiarne in futuro. Gli appartamenti sono moderni, progettati con disegni originali e buoni materiali, dotati di pannelli fotovoltaici per garantire parziale autosufficienza energetica alla struttura, nell’ottica di offrire una sistemazione dignitosa anche a chi, con i prezzi medi degli affitti cittadini, ne sarebbe escluso. Elemento di ulteriore originalità dell’iniziativa risiede nella modalità con cui è stata finanziata: la ristrutturazione è stata sostenuta anche grazie all’intervento di finanza etica promosso da una banca di credito cooperativo, che ha raccolto 500.000€ da cittadini “responsabili” sotto forma di certificati di deposito a basso tasso di remunerazione.
Attualmente, esistono sia il bisogno che le condizioni per replicarlo ovunque in Italia, anche come risposta concreta alla crisi del settore immobiliare. A patto però di saper coniugare efficacemente i due ingredienti che ne determinano il successo: la volontà politica delle amministrazioni pubbliche e la disponibilità collettiva dei cittadini.
30 ANNI di Legambiente
Scritto da Rossella Muroni - Direttore Nazionale LegambienteSiamo storie di persone, territori, amicizie e sentimenti.
Gradualmente in questi trent’anni con le nostre sfide, le nostre campagne istituzionali e i nostri circoli territoriali costituiti da volontari siamo entrati nella storia del Paese.
La ricetta di Legambiente è costituita da pochi ingredienti: smuovere l’immaginario, comunicare, ascoltare, analizzare scientificamente, essere sempre al passo con i tempi, creare alleanze per uscire dalla nicchia, stare con i piedi piantati nel territorio ma con lo sguardo rivolto a determinare il cambiamento.
Ciò che fin daL 1980 ad oggi ha caratterizzato l’associazione è il pensare globalmente: facile ricordarsi le battaglie per sostenere il referendum contro il nucleare, un banco di prova per Legambiente ma anche una straordinaria opportunità di crescita, insieme all’agire più locale, come la nascita dei Circoli territoriali, che ancora oggi rimangono il patrimonio più prezioso per l’associazione, centinaia di gruppi locali con ampia autonomia ma con un centro forte che funziona come motore di iniziative.
Poi Legambiente si evolve e dà vita alle sue più autorevoli campagne istituzionali: da Goletta Verde Spiagge pulite, Treno Verde, Operazioni fiumi che rappresentano i tentativi più riusciti di portare i temi della tutela ambientale alla portata del grande pubblico, fino alle più “giovani” campagne Salvalarte e Piccola Grande Italia che investono sulla valorizzazione del patrimonio di arte e cultura che nasconde il Paese.
Sicuramente, il tratto distintivo dell’associazione è stato sempre l’ambientalismo scientifico, la scelta, cioè, di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, che ci hanno permesso di accompagnare le nostre battaglie con l’indicazione di alternative concrete, realistiche, praticabili.
In tutti questi anni nell’associazione la curiosità per le questioni considerate appannaggio di altri mondi è sta sempre considerata indubbiamente fonte di studio e di sfida, un esempio lampante è il tema della legalità.
Infatti, se oggi il lavoro di Legambiente è legittimato e riconosciuto non solo dai mass media ma anche dalla gente comune è anche per il versante delle ecomafie,un versante che vede molte realtà locali coinvolte in prima linea, di cui spesso Legambiente si fa carico per dimostrare attraverso battaglie concrete che un mondo diverso è possibile.
Così con tutto il suo bagaglio di storia, le sue iniziative istituzionali, le sue campagne, i suoi valori, e i suoi circoli storici Legambiente cresce ma al tempo stesso si ringiovanisce sentendo l’esigenza di accogliere sempre nuove sfide.
Proprio per questo motivo oggi Legambiente festeggia i suoi trent’anni specchiandosi negli occhi e nelle parole dei trentenni, quelli che sono nati insieme all’associazione e magari non hanno altri trascorsi di riferimento. Quelli insomma che non hanno “scoperto” l’ambientalismo strada facendo, ma l’avevano già nel loro Dna, faceva parte del loro vissuto, l’attuale “green generation”, coloro che con la consapevolezza di chi li ha preceduti, aiuteranno l’associazione a capire il futuro per cambiare il presente.
Il mondo è il nome dato al pianeta Terra inteso da un punto di vista umano, come un luogo abitato da esseri umani. Esso rappresenta il palcoscenico sul quale ogni giorno vengono rappresenti gli atti degli uomini, i loro drammi e le loro libertà e, in quanto creato da Dio, è buono e bello (“e Dio vide che era cosa buona”, Gn 1,9.12.18.21.25; “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”, Gn 1,31).
L’azione dell’uomo nel mondo quindi deve essere quella di rispettare ed incrementare tutto ciò che è buono/bello e ciò si implica che gli uomini hanno degli obblighi concreti nei confronti della sfera ecologica. Avere cura del significato e del valore che Dio ha voluto per le sue creature, significa trattarle come doni di Dio ed usarle per glorificare Dio e soddisfare i bisogni e i desideri umani.
Non sempre però l’uomo assume un comportamento corretto nei confronti dell’ecosistema e si assiste, giorno dopo giorno, a un impoverimento delle risorse naturali, al cambiamento climatico e la questione ambientale diventa un tema sempre più ricorrente e preoccupante. Essa infatti non rappresenta più, come si riteneva fino a pochissimo tempo fa, un problema intergenerazionale che riguarda principalmente le generazioni future ma anche quelle presenti che hanno il compito di trovare una soluzione per far fronte a questa emergenza.
Purtroppo i paesi più colpiti dalle catastrofi ambientali sono i paesi poveri. Basti pensare che negli anni ’90 sono morte circa 600.000 persone per disastri naturali collegati ai problemi del clima, di questi il 95 percento nei paesi poveri. Da queste drammatiche evidenze è nato un nuovo concetto, quello di “giustizia climatica”, che lega indissolubilmente i problemi del clima a quelli della povertà e della giustizia sociale. E’ evidente infatti che le maggiori vittime delle catastrofi ambientali sono le popolazioni povere che dispongono di minori risorse e tecnologia per difendersi dalle calamità. Per questo motivo contribuire alla riduzione delle emissioni globali vuol dire allo stesso tempo lottare contro una delle conseguenze più nefaste della povertà economica.
La sfida della sostenibilità ambientale ha già scatenato una corsa all’innovazione tecnologica rendendo l’ambiente e l’energia il settore principale di innovazione nello sviluppo economico. Oggi è di grandissima attualità il concetto di “risparmio energetico” che comprende diverse tecniche adatte a ridurre i consumi d'energia necessaria allo svolgimento delle varie attività umane. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi in modo che ci siano meno sprechi sia utilizzando tecnologie in grado di trasformare l'energia da una forma all'altra in modo più efficiente o anche mediante l'auto produzione.
La sfida futura può essere vinta se si continuerà a lavorare nella direzione giusta con una regolamentazione coraggiosa, nuove idee imprenditoriali e un flusso di innovazioni non ancora realizzate ma sicuramente ipotizzabili per il prossimo futuro.
Accumulare energia per risparmiarla: intervista a Federico Vitali, presidente del gruppo Faam
Scritto da Rossella RizziImpresa legata all’accumulo di energia, la Faam Group è diventata un progetto più ampio in cui il capitale umano rappresenta la prima ricchezza.
I prodotti Faam si sono estesi nel mondo ma la filosofia di vita alla base del gruppo è da sempre la stessa: “il primo guadagno è il risparmio”.
Ascolta l'intervista completa:
GreenSi: energie rinnovabili e sostenibilità ambientale
Scritto da Simone Danelli - Lab Univeristà EuropeaIntervista a Cesare Bastiano, addetto stampa della GreenSi, società che si occupa di energie rinnovabili e sostenibilità ambientale, dall’Eolico al Solare al Fotovoltaico.
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La Chiesa Italiana e l'impegno ambientale: intervista a Mons. Angelo Casile
Scritto da RedazioneIntervista a Mons. Angelo Casile, direttore dell'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro
Mons. Casile, la CEI e in particolar modo l’Ufficio che lei dirige, si occupa a vari livelli di Salvaguardia del Creato. Ci può chiarire l’approccio cristiano alle tematiche ambientali?
Mi sembra più appropriato parlare di custodia del creato, che richiama il coltivare e il custodire della Genesi, il promuovere e il proteggere, anziché di salvaguardia del creato che esprime più un’attenzione a non rovinare qualcosa.
L’approccio cristiano parla anzitutto di creato, perché riconosce in Dio Padre, il Creatore del cielo e della terra, come professiamo nel Credo. Il creato è dono di Dio per la vita di tutti gli uomini, «e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera» (Caritas in veritate, n. 48). A motivare il nostro impegno per il creato è la passione verso l’uomo, la ricerca della solidarietà a livello mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune, vissuti nella fede e nell’amore di Dio.
Il credente guarda alla natura con riconoscenza e gratitudine verso Dio, per questo non la considera un tabù intoccabile o tanto meno ne abusa con spregiudicatezza. «Ambedue questi atteggiamenti non sono conformi alla visione cristiana della natura, frutto della creazione di Dio» (n. 48).
L’approccio cristiano mette Dio creatore al primo posto, l’uomo come prima creatura e il creato come dono di Dio all’uomo, perché nel creato l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo si sviluppi e faccia sviluppare il creato stesso in tutte le sue componenti: uomini, animali, piante,… la visione cristiana è il camminare insieme dell’uomo e dell’ambiente verso Dio.
In agenda si leggono varie iniziative per promuovere appunto la Custodia del Creato, soprattutto con l’obiettivo di accrescere l’attenzione verso questi temi. Lei ritiene che sia sufficiente fermarsi alla riflessione o sarebbe forse utile dare impulso ad azioni più concrete in tal senso?
Per manifestare la propria attenzione nei confronti del creato e per promuovere sempre maggiore attenzione sui temi ecologici, la Chiesa italiana celebra ogni anno, il 1° settembre la Giornata per la custodia del creato che ha anche risvolti ecumenici, e la seconda Domenica di Novembre la Giornata del ringraziamento per i doni della terra. Sono due momenti particolarmente vissuti dalle Diocesi e dalle Associazioni laicali molto sensibili a questi temi.
L’azione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro è prevalentemente di evangelizzazione, nella convinzione che il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa possiedono una forte connotazione educativa, che favorisce la crescita di una cultura attenta all’ambiente, rispettosa della persona, della famiglia, dello sviluppo e di una civiltà dell’amore cristiano capace di custodire con tenerezza il creato.
L’obiettivo generale è quello di promuovere un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, “nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 36)». La tradizione cristiana ha grandi risorse da valorizzare in quest’ambito e già esistono importanti esperienze che l’attualizzano nella vita delle nostre diocesi, penso alla “Rete Interdiocesana Stili di Vita”, coordinata da p. Adriano Sella della pastorale sociale di Padova.
Obiettivi particolari si concretizzano nel riflettere, aiutati da esperti teologi, sul rapporto vitale tra l’uomo, l’ambiente e Dio, nell’ottica della responsabilità di ciascuno; nella promozione di nuovi stili di vita che utilizzano con maggior sobrietà le risorse energetiche, per contenere le emissioni di gas serra, ma anche per la vivibilità delle nostre città; nella diffusione di studi sul miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, anche per gli spazi delle nostre comunità, riprendendo il convegno realizzato del marzo 2007; sulla possibilità di far avanzare la ricerca di energie alternative e la promozione dell’energia eolica, solare e geotermica per il riscaldamento e l’illuminazione; sul sostenere e praticare nelle nostre comunità la raccolta differenziata dei rifiuti, il riuso dell’usato.
Se si avvilisce la persona, si sconvolge l’ambiente e si danneggia la società, è necessario quindi educarci a una responsabilità ecologica che «affermi con rinnovata convinzione l’inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all’amore per il prossimo e al rispetto della natura» (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, n. 12).
Quando si parla di tutela e conservazione del creato in relazione alle nuove generazioni, si cita l’espressione “dovere gravissimo” presente nell’ultima enciclica Caritas in veritate. Ci può delineare il risvolto etico di tale espressione?
Benedetto XVI nella Caritas in veritate ci invita ad «avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla» (n. 50). L’espressione “dovere gravissimo” esprime una qualifica etico-teologica molto forte, che il Concilio Vaticano II usa per esprimere l’obbligo dell’educazione che i genitori hanno nei confronti dei loro figli, della solidarietà che le nazioni ricche hanno verso i popoli in via di sviluppo, della promozione della pace in tutti gli uomini.
Anche i Vescovi italiani nel loro ultimo documento Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno notano gli «accenti di particolare gravità» che «ha assunto la questione ecologica… stravolgimento del mondo dell’agricoltura… sfruttamento del territorio… fenomeno delle ecomafie» (n. 5), e ci invitano a promuovere una «cultura del bene comune, della cittadinanza, del diritto, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell’illegalità» (n. 16).
È necessario educarci ed educare a una grande attenzione nei confronti del creato, pensando che esiste una grande reciprocità tra noi, il creato e Dio, anzi «nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi» (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, n. 13).
La Germania ha preso la sua decisione che, come sottolinea la cancelliera Angela Merkel, sarà irrevocabile. Le centrali nucleari presenti sul territorio tedesco verranno chiuse entro 10 anni.
Dal 2021 al 2022 solo tre reattori saranno tenuti in standby per evitare un rischio black out, mentre dal 2022 solo un reattore resterà come riserva contro le emergenze.
La scelta di rinunciare completamente all'atomo è conseguenza diretta dei dubbi provocati dal caso giapponese che, se non altro, ha costretto tutti a una riflessione profonda sui rischi del nucleare. Già da anni comunque la Germani sta preparando la sua economia a vivere senza atomo dato che la dipendenza dalle centrali è diminuita dal 33 al 17 per cento rispetto al fabbisogno totale di elettricità. D'altronde la Germania ricava maggior fabbisogno energetico dalle enrgie rinnovabili quale eolico e fotovoltaico che si assestano al 22 per cento del totale.
Berlino sarà dunque la prima potenza industriale a rinunciare alle centrali nucleari, ignorando le reazioni negative dei poteri economici e dell'ala del centrodestra - da cui la Merkel proviene - che le ha sempre sostenute.
Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Lazio
Scritto da RedazioneCon il Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria, la Regione Lazio si è dotata di un innovativo strumento per gestire, combattere e migliorare i livelli di inquinamento atmosferico del nostro Territorio. Il Piano descrive in modo unitario per tutta la Regione le strategie e le azioni per migliorare stabilmente la qualità dell'aria e disegna un quadro d'insieme delle azioni da attuare sul Territorio. Queste azioni sono rivolte ai settori che, in modo diretto od indiretto, contribuiscono alle emissioni inquinanti in atmosfera, in particolare: mobilità, urbanizzazione ed attività produttive. Nel Lazio l'inquinamento atmosferico interessa oggi principalmente le aree urbane, le grandi infrastrutture stradali e i poli industriali. Nelle aree urbane, in particolare, la principale causa dell'inquinamento atmosferico è il traffico veicolare, che è all'origine di elevate concentrazioni di inquinanti, il cui accumulo può essere aggravato da condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione. Le criticità più urgenti, nella nostra Regione, sono legate soprattutto alle elevate concentrazioni di polveri sottili PM10 e di biossido di azoto NO2, che comportano l'alterazione della composizione chimica dell'atmosfera ed influenzano quindi la qualità dell'aria che respiriamo. Per mitigare questi problemi, il Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria ha individuato due i principali obiettivi: risanare la qualità dell'aria dove si sia accertato il superamento dei valori limite degli inquinanti e mantenere la qualità dell'aria nelle zone in cui non si rilevino criticità. Le misure identificate dal Piano riguardano tutti i Comuni del territorio regionale e si differenziano in funzione della loro caratterizzazione atmosferica. I Comuni, in particolare, sono stati suddivisi in tre zone, in base ai livelli di inquinamento e per ciascuna di esse state previste misure d'intervento specifiche. La prima zona include i centri urbani di Roma e Frosinone, dove si sono osservate le maggiori criticità, sia per entità del superamento dei limiti di legge sia per la quantità di popolazione esposta. La seconda comprende i Comuni dove è stato accertato l'effettivo o elevato rischio di superamento del valore limite da parte di almeno un inquinante. La terza zona comprende infine i Comuni a basso rischio di superamento dei limiti.