In Italia l'eco-innovazione, vero e proprio motore per lo sviluppo delle imprese green, mostra una tendenza positiva, nel 2012, secondo la classifica europea, l'Italia era al quindicesimo posto tra i '28' per eco-innovazione, nel 2013 è salita al dodicesimo e il 98% degli imprenditori italiani afferma che l'economia deve puntare sul risparmio e l'uso sempre più efficiente dell'energia e delle risorse.
Per Edo Ronchi, presidente della Fondazione “le imprese della green economy chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l'Italia dalla crisi. E per Roberto Morabito, responsabile dell'unità tecnica Tecnologie Ambientali dell'Enea “il passaggio a un nuovo modello economico più sostenibile implica non soltanto lo sviluppo di nuove filiere green e il rafforzamento di quelle esistenti, ma anche la
riqualificazione in chiave green dei processi e dei prodotti dei settori industriali tradizionali”.
Intanto, cresce il confronto fra Palazzo Chigi e le 16 associazioni ambientaliste di 'Agenda Ambientalista'. Il cartello ambientalista si dice infatti "soddisfatto" annunciando la risposta "della presidenza del Consiglio dei Ministri arrivata il 9 febbraio scorso, in cui, "con un documento articolato di 32 pagine su 'I lavori in corso del Governo'", Palazzo Chigi ha fatto seguito "alle sollecitazioni dei promotori dell'Agenda, riconoscendo l'urgenza di considerare la dimensione ecologica nelle scelte di politica economica e l'azione di stimolo delle associazioni e la necessità di proseguire il confronto, anche in sede operativa con i Ministeri competenti".