Negli ultimi anni gli stranieri versano mediamente contributi annui tra i 7 e gli 8 miliardi. Per Boeri, "gli immigrati ci danno risorse importanti - ha sottolineato - Noi dreniamo risorse perché non eroghiamo prestazioni. E' un drenaggio documentato e le risorse potrebbero essere utilizzate per investire su politiche dell'integrazione degli immigrati".
Ma ci sono anche molti italiani che decidono di trasferirsi all’estero. Negli ultimi anni un numero sempre più crescente ha deciso di lasciare l'Italia e trasferirsi in Paesi in cui il costo della vita è più basso e il peso del fisco incide in misura inferiore sulle pensioni. L’Inps afferma che i pensionati espatriati negli ultimi cinque anni sono 16.420, di cui 5.345 nel solo 2014. Il numero annuo di pensionati che lasciano l'Italia è più che raddoppiato dal 2010 al 2014, con una brusca accelerazione nell'ultimo anno (+65%). L’istituto corrisponde all'estero circa 400.000 trattamenti pensionistici all'anno per un importo complessivo di oltre un miliardo di euro in più di centocinquanta Paesi.
Per l’Inps “la presenza di” suoi “pensionati è concentrata nelle aree continentali verso cui storicamente si sono indirizzati i flussi migratori dal nostro Paese, quali Europa, America settentrionale, America meridionale e Oceania, mentre in Asia, Africa e America centrale risiedono solo poche migliaia di pensionati Inps”, Ma "i gruppi di aree presentano situazioni diversificate: in America settentrionale, America meridionale e Oceania l'andamento del numero delle pensioni è in costante diminuzione e l'età media è piuttosto elevata".
In Europa, prosegue, "dopo un periodo di calo, sembra avviata un'inversione di tendenza, in quanto nel 2014, rispetto all'anno precedente, si è riscontrato un incremento del numero delle pensioni". "Inoltre, una larga parte (il 73%) dei pensionati all'estero fra i 60 e i 64 anni risiede proprio in Europa e, sempre in Europa, la percentuale di pensionati con meno di 70 anni raggiunge il 30%"