
Chiesa (125)
L’opera rogazionista nell’esperienza di padre Borile: dalle missioni nel continente nero all’accoglienza ai giovani nel centro di Roma.
Scritto da Giuliano GiulianiniIn questo mese di gennaio l’associazione Amici di Sant’Annibale festeggia il quarantesimo anniversario della sua sede capitolina. Un’occasione per parlare della Congregazione dei Rogazionisti, fondato da Sant’Annibale per assistere orfani e bisognosi. Infatti, se da una parte la missione dei padri rogazionisti consiste nel pregare e nel promuovere le vocazioni, dall'altra l'esempio del fondatore li porta all'impegno diretto nelle opere di carità e nella presenza fisica accanto ai poveri. Uno dei religiosi della congregazione, che bene riassumono con la loro esperienza di vita questo doppio compito, è sicuramente padre Eros Borile, in passato missionario in Africa durante la terribile stagione della guerra civile ruandese, oggi direttore dell'Istituto Antoniano Maschile - Comunità Sant'Antonio e San Disma a Roma. L’intervista è stata trasmessa nel programma “A conti fatti”, rubrica radiofonica di EconomiaCristiana.it su Radio Vaticana Italia FM 105.0.
Il sangue di San Gennaro si scioglie davanti al cardinale Bagnasco
Scritto da RedazioneIl sangue di san Gennaro si scioglie davanti al cardinale Bagnasco e a un gruppo di sacerdoti liguri, accompagnati dall’ex presidente della Cei e attualmente presidente dei vescovi europei in visita a Napoli per seguire gli esercizi spirituali. Il prodigio - scrive il quotidiano online FarodiRoma - è avvenuto al di fuori delle tre date tradizionali: infatti, tre volte l’anno (la domenica che precede la prima domenica di maggio, settembre e dicembre), durante una solenne cerimonia i fedeli accorrono per assistere alla liquefazione del sangue. L’annuncio è stato dato dallo stesso cardinale Bagnasco nel corso della messa celebrata successivamente nella cappella di Santa Restituta, alla presenza di un gruppetto di fedeli napoletani. Il gruppo si era riunito nella Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli per la celebrazione delle lodi. Quindi è stata aperta la cassaforte dove oggi, all’interno di una piccola teca rotonda con una cornice d’argento, sono custodite le due boccette. Poco dopo c’è stata la liquefazione, che fu documentata per la prima volta, come riportato da “Chronicon Siculum, solo nel 1389.
Secondo la tradizione San Gennaro nacque nel III secolo d. C. a Napoli. Divenuto vescovo di Benevento, si fece ben presto amare da tutta la comunità, cristiana e pagana. Quando seppe che il giudice Dragonio aveva incarcerato il diacono Sossio, a capo della comunità di Miseno, decise di tornare a Napoli per fargli visita insieme con i diaconi Festo e Desiderio. Il proconsole, saputo del loro arrivo e credendo di fare cosa grata all’imperatore Diocleziano, li fece arrestare e li condannò a morire nell’anfiteatro di Pozzuoli, sbranati dagli orsi, o secondo alcuni, dai leoni. Le belve - spiega il sito specializzato FarodiRoma - si mostrarono stranamente mansuete e Dragonio decise così di farli decapitare il 19 settembre del 305 d. C. Inizialmente le spoglie di San Gennaro furono poste a Pozzuoli e dopo circa cento anni furono trasferite nelle catacombe di Capodimonte, chiamate poi con il nome del Santo. Durante questo spostamento avvenne ciò che nessuno avrebbe mai immaginato: il suo sangue, conservato in due ampolline, si sciolse. Una curiosità: una delle due ampolle contiene meno sangue poiché Carlo III di Borbone ne prelevò una parte per portarlo con sé in Spagna.
La sua esistenza storica è molto dubbia. Le fonti dell’epoca non ne parlano, i primi cenni risalgono a oltre un secolo più tardi. I documenti più significativi risalgono al VI e al IX secolo. Per questa ragione, poco dopo il Concilio Vaticano II, che si svolse dal 1962 al 1965, una commissione formata da vescovi e teologi, chiamata Congregazione dei Riti, pensò di cancellarlo dal calendario dei santi con una riforma liturgica del 1969. La reazione del popolo partenopeo e della Curia napoletana alla decisione fu immediata. Napoli insorse contro questa comunicazione perché non accettava di veder revocare la santità al proprio santo patrono. Vedendo la reazione dei cittadini del capoluogo campano il Vaticano decise di restituire san Gennaro ai propri fedeli, declassandolo però a santo di serie B, ossia specificando che il suo culto doveva avere una diffusione esclusivamente locale. Ma anche in questo caso, i napoletani risolsero la situazione con la simpatia che li contraddistingue. Pensando che il martire cristiano potesse risentire di questa decisione, i cittadini ricoprirono i muri della città con scritte che avevano l’obiettivo di consolarlo. Tra le più celebri si ricorda: “San Gennà, futtatenne!”. L’amore che i fedeli provavano per questo santo portò Giovanni Paolo II a proclamarlo ufficialmente patrono di Napoli e della Campania nel 1980.
Il parroco di Cremona si rifiuta di allestire il presepe per non offendere induisti e musulmani
Scritto da RedazioneDon Sante Braggiè, parroco di Cremona, non si occuperà quest'anno di allestire il presepe. Alla base della motivazione c'è il rispetto verso le altre religioni. Il cappellano, a quanto pare, non desidera smuovere la suscettibilità dei fedeli islamici e degli induisti, presenti all’interno delle due comunità religiose più numerose in provincia di Cremona. L’allestimento del presepe - scrive Faro di Roma - è stato così affidato ad alcuni volontari. Sull'episodio si è esposta l'assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie, Cristina Cappellini, la quale si è augurata che don Braggiè ci ripensi e che si scusi con la comunità perché "il motivo – ha detto la Cappellini– non può essere la mancanza di rispetto che il presepe comporterebbe verso i fedeli di altre religioni e gli atei. Ritengo gravissimo che a pensare e a pronunciare simili parole sia un parroco che, prima di tutti, dovrebbe preservare, omaggiare e valorizzare i simboli della nostra cultura, della nostra tradizione, della nostra identità cristiana. Mi sento di chiedere a don Braggié di riflettere una volta di più sull’offesa che egli stesso ha invece rivolto con il suo atteggiamento al presepe e a tutta la comunità cristiana cremonese e non solo".
"Un appello di Solidarietà con l’Africa", ecco l'iniziativa della chiesa americana per aiutare l'Africa
Scritto da Redazione
Unicef: Il Papa rovescia il punto di vista sui migranti, non numeri ma persone
Scritto da RedazioneRapporto Caritas. Galantino: I giovani guardano il futuro con la testa rivolta all'indietro
Scritto da RedazioneSono passati nove anni dall'inizio della crisi economica e dei tanti dati quel che più balza agli occhi è l'aumento della povertà giovanile. Infatti, se nel 2007 la povertà aumentava con il progredire dell’età, oggi è il contrario: prima della crisi era 1 giovane su 50 a vivere una condizione economicamente instabile, oggi il 10% del totale. I poveri tra minori e giovani sono 2,3 milioni con un tasso di disoccupazione giovanile del 37,8% (media europea 18,7%); i “neet”, cioè i giovani che non studiano e non lavorano, sono 3,2 milioni. In linea con questo trend è anche l’uscita dei ragazzi dalla famiglia d’origine: in Italia la media è quella dei 30 anni rispetto ai 26 dell’Unione Europea. Un panorama davvero difficile per i giovani che è stato ben descritto dal rapporto rapporto Caritas sulla povertà, che quest’anno è stato incentrato sul tema della povertà giovanile con il titolo di "Futuro anteriore". Parte dell’indagine realizzata da Caritas - e riportata fedelmente dal sito specializzato FarodiRoma - si basa su dati forniti dai 1800 centri d’ascolto sparsi per il Paese. Su un campione del 2016 di 205 mila persone che si sono rivolte ai centri, l’età media appare quella dei 43 anni con una sostanziale parità di genere. Caratteristica comune dei richiedenti aiuto è la bassa istruzione: il 67% ha un titolo inferiore alla licenza media, richiamando il nesso tra povertà e scarsa formazione. Solo nel 39% dei casi le persone hanno richiesto aiuto in un solo ambito, il resto ha denotato problemi in più aspetti della propria vita. Il problema della casa, ad esempio, spesso si lega a quello del lavoro e della condizione economica, e viceversa. Più in generale va ricordato che con l'andare avanti della crisi economica le persone che vivono al di sotto del livello di dignità ritenuto minimamente accettabile sono passate da 1,7 milioni a 4,7. E questo dato, come abbiamo scritto in precedenza, è ancor più accentuato per quanto riguarda i più giovani che "guardano al futuro con la testa all’indietro", ha affermato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana che ha aggiunto: "il rapporto Caritas ci aiuta ad allargare lo sguardo, non solo dal punto di vista sociologico, perché non esistono povertà che non meritino attenzione; anche noi come Chiesa dobbiamo allargare il nostro cuore e la nostra mentalità. Le parole pronunciate dal Papa ci fanno uscire dall’incertezza e indicano quale sia la via da percorrere". Galantino, presente all'incontro con i giornalisti, ha poi detto che la stessa Caritas "deve animare il territorio e aiutare la società a non farsi ingannare da visioni strumentalizzate della realtà. Non dobbiamo creare legami di conflittualità tra connazionali e stranieri. Ogni voce è una storia a sé e non va ignorata. Bisogna inoltre mantenere gli occhi aperti sui più giovani, perché se prima i poveri erano anziani e pensionati, oggi la situazione è cambiata".
Una Lamborghini in dono a Papa Francesco, lui la mette all'asta per riportare i cristiani a Ninive
Scritto da RedazioneUna Lamborghini Huracan è stata donata a Papa Francesco dalla Casa costruttrice. La splendida automobile è stata messa in vendita all’asta dalla Fondazione vaticana "Aiuto alla Chiesa che soffre" per finanziare un progetto finalizzato a dare casa agli sfollati della Piana di Ninive, in Iraq. Con questo gesto Papa Francesco vuole sostenere il progetto di Aiuto alla Chiesa che Soffre per garantire il ritorno dei cristiani nella Piana di Ninive, in Iraq. Il Papa già nel 2016 - attraverso la Fondazione pontificia - aveva sostenuto i cristiani perseguitati in Iraq donando 100 mila euro in favore della clinica Saint Joseph di Erbil, dove sono stati e sono tuttora curati migliaia di rifugiati. Parole di incoraggiamento per l'ambizioso piano di ACS finalizzato alla ricostruzione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive, erano state trasmesse dal Papa lo scorso settembre attraverso il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che ha preso parte al convegno internazionale di presentazione del "Piano Marshall" della Fondazione. Un'altra parte dei fondi - ricorda il sito specializzato FarodiRoma - andrà a "Amici per il Centrafrica", che è stata scelta direttamente dal Pontefice come una delle quattro Associazioni destinatarie del ricavato dell’asta benefica.
Monsignor Leonardo D'Ascenzo è il nuovo arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie
Scritto da RedazioneCard. Bassetti: "Famiglia e attenzione per il territorio, così può crescere l'Italia"
Scritto da RedazioneIl Papa su cattolici e luterani: "Non più rivali, ma fratelli"
Scritto da RedazioneAltro...
Il rapimento di don Maurizio Pallù: le parole ai giornalisti e ai magistrati
Scritto da Redazione
Papa Francesco: un sinodo per l’Amazzonia. Indigeni nel cuore della Chiesa
Scritto da RedazionePapa Francesco ha annunciato ieri un Sinodo per l’Amazzonia, regione che ha definito “polmone di capitale importanza per il nostro pianeta” e dove, ha ricordato, vivono popoli indigeni troppo spesso dimenticati. “Accogliendo il desiderio di alcune Conferenze Episcopali dell’America Latina, nonché la voce di diversi Pastori e fedeli di altre parti del mondo, ho deciso di convocare – ha detto all’Angelus, al termine della messa per le canonizzazioni – un’ Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica, che avrà luogo a Roma nel mese di ottobre 2019”. “Scopo principale di questa convocazione – ha detto – individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta”. “I nuovi Santi – ha aggiunto il Papa – intercedano per questo evento ecclesiale, affinché, nel rispetto della bellezza del creato, tutti i popoli della terra lodino Dio, Signore dell’universo, e da Lui illuminati percorrano cammini di giustizia e di pace”. “Ricordo anche – ha aggiunto Francesco – che dopodomani ricorrerà la Giornata del rifiuto della miseria”. Secondo Francesco, “la miseria non è una fatalità: ha delle cause che vanno riconosciute e rimosse, per onorare la dignità di tanti fratelli e sorelle, sull’esempio dei santi”.
Papa Francesco alla Giornata Mondiale dell'Alimentazione
Scritto da Giuliano GiulianiniIn occasione della “Giornata Mondiale dell'Alimentazione”, lo scorso 16 ottobre, Papa Francesco arrivando alla Fao ha donato e inaugurato una scultura di marmo raffigurante Aylan, il piccolo profugo siriano annegato nell'ottobre del 2015 davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia, con accanto un angelo con il volto segnato dal dolore. Il dono del Santo Padre è un'opera dell’artista trentino: Luigi Prevedel. Un omaggio a tutte le vittime dei naufragi in mare e un ricordo di quel bambino, che aveva solo 3 anni ed era in fuga dalla Siria.
Il Papa, insieme al direttore generale della Fao, José Graziano da Silva e a monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso le organizzazioni e gli organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha sostato per qualche minuto davanti alla statua.
Prima di prendere la parola nell’assemblea, il Papa ha conversato brevemente nella Sala Cina con il direttore generale, con il direttore generale aggiunto, Daniel Gustafson e con il capo del Gabinetto, Mario Lubetkin. Al termine ha avuto luogo la firma del Libro d’Onore. Il Papa poi si è recato al secondo piano dell’edificio, nella Sala Caribe, dove ha salutato il Presidente, il Ministro degli Esteri e il Ministro dell’Agricoltura del Madagascar, i ministri dell’agricoltura di Italia, Canada, Francia e Stati Uniti d’America, il Sottosegretario dell’Ambiente di Gran Bretagna, il Segretario per l’Agricoltura di Germania, il Commissario Europeo per l’Agricoltura, il Commissario per l’Agricoltura dell’Unione Africana, il Ministro degli Esteri del Messico, l’Ambasciatore del Giappone alla FAO, il Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo e il Direttore Esecutivo del Programma Mondiale dell’Alimentazione.
Infine nella Sala Plenaria, dopo l’apertura dell’Incontro da parte di Enrique Yeves, la proiezione del video sul tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, il Direttore Generale, Josè Graziano da Silva ha dichiarato che nel mondo ci sono 740 milioni di migranti, e che mai ce ne era stato un numero così alto. Il Papa ha poi tenuto il suo discorso, in cui ha chiesto un cambiamento di rotta, affrontando temi come il patto per le migrazioni, il disarmo, il rispetto degli accordi sul clima e la giustizia sociale, “di fronte all’aumento della domanda di alimenti è indispensabile – ha detto Papa Francesco – che i frutti della terra siano disponibili per tutti”.