
Economia (262)
Idrogeno: un carburante pulito per i motori elettrici. Ma la politica italiana è poco sensibile.
Scritto da Giuliano GiulianiniQuando si parla di alternative ai combustibili fossili si nominano di solito i motori elettrici, ibridi, a gas, come il metano o il GPL. A volte si citano i biocombustibili, derivati dalle biomasse; quasi mai l'idrogeno. Questo combustibile, più propriamente “vettore energetico”, è in teoria più pulito degli altri gas perché dallo scappamento esce solo vapore d'acqua. Eppure nel Piano Energia e Clima proposto recentemente dal Governo all'Europa si ipotizza al 2030 soltanto l'1% di contributo dell'idrogeno al settore dei trasporti. Nel 2016 fu varato un Piano Mobilità Idrogeno per l'Italia che per il 2020 prevedeva 20 stazioni di rifornimento sul territorio nazionale; sarebbero salite a circa 200 per il 2025 a servire un parco auto di 27.000 vetture. Nel 2050 secondo questo piano ci dovrebbero essere 5000 stazioni e ben 8 milioni e mezzo di vetture a idrogeno sulle nostre strade: il 20% del totale. Ma di queste auto al momento non c'è traccia.
Giusta transizione energetica. L’Italia avrebbe le carte in regola, ma occorre muoversi per tempo
Scritto da Gabriele RenziTra i temi più caldi e importanti dell’Agenda 2030 c’è sicuramente quello del cambiamento climatico che rischia, se non contrastato con decisione, di stravolgere intere aree del pianeta.
È necessario ridurre più che drasticamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera e questo comporta l’abbandono dei combustibili fossili e la decarbonizzazione dell’economia.
Su questi argomenti il Governo ha recentemente presentato in Europa il Piano Nazionale Energia e Clima che coinvolgerà importanti comparti del nostro sistema produttivo, non solo quello energetico. Alcuni settori industriali dovranno necessariamente ridefinirsi e riarrestarsi. Questo processo può essere un problema, ma anche una grandissima opportunità per il paese, se sapremo prepararci.
Gestione dei rifiuti: per Althesys i termovalorizzatori sono ancora necessari, e manca una strategia nazionale.
Scritto da Giuliano GiulianiniUno degli obiettivi di sostenibilità dell'Europa è arrivare al 65% del riciclo dei rifiuti urbani entro il 2030. Ciò vuol dire che ci sarà ancora, per lungo tempo, una grande parte di rifiuti che non sarà possibile riciclare. Qual è la situazione attuale dell'industria dei rifiuti?
Un “Parco del Po” per salvare il grande fiume, e favorire economie locali e turismo in tutto il nord Italia.
Scritto da Giuliano GiulianiniC'è in Italia un ecosistema che occupa quasi un quarto del territorio nazionale: il fiume Po. Lungo 650 km, attraversa quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto). Il bacino idrografico è di 70.000 km quadrati; la sua valle ospita 20 milioni di persone e genera metà del PIL italiano.
Fluttero (FISE): economia circolare non è solo riciclo. Senza end of waste gravi danni a tutto il settore
Scritto da Gabriele Renzi“Nelle strategie nazionali di sviluppo economico deve considerarsi prioritaria l’adozione di strumenti normativi efficaci atti a promuovere una sempre maggior diffusione di modelli di sviluppo sostenibili, della Green Economy e dell’economia circolare.” Così è scritto nel contratto di Governo (al punto 4 - Ambiente, Green economy e Rifiuti zero).
Il passaggio da economia lineare (basata su produzione, consumo e smaltimento di un bene) ad economia circolare (basata invece su produzione, consumo, riutilizzo, riparazione, raccolta, riciclo, re-immissione nel ciclo produttivo) è fondamentale nel momento in cui le risorse naturali diventano sempre più preziose, visti i nostri insostenibili ritmi di consumo; basti pensare che in poco più di un secolo la popolazione mondiale è quadruplicata, ma nello stesso intervallo di tempo si stima che il consumo di risorse naturali sia aumentato di ben 12 volte.
Silvestrini: serve una transizione energetica rapida e radicale. Per affrontarla occorre gestire le disuguaglianze sociali
Scritto da Gabriele RenziSecondo l’IPCC, il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici, per contenere il riscaldamento globale entro 1,5° rispetto ai livelli preindustriali e scongiurare così effetti che potrebbero essere devastanti per l’equilibrio del pianeta sarà necessario entro il 2030 dimezzare le emissioni di CO2 rispetto al 2010 per azzerarle completamente entro il 2050.
Si tratta in sostanza di decarbonizzare l’economia, passando da un sistema produttivo basato sui combustibili fossili, in particolare il petrolio, a processi basati sulle energie rinnovabili. E per farlo sono rimasti pochissimi anni.
Se ne è parlato anche al convegno “Accordo di Parigi: quali prospettive di fronte all’aggravamento della crisi climatica”, organizzato dal Kyoto Club il cui direttore scientifico, Gianni Silvestrini, interviene all’interno di “A Conti Fatti”, trasmissione a cura di Economia Cristiana trasmessa da Radio Vaticana Italia.
Ance: contrari a ogni condono. Per far ripartire il settore costruzioni occorre sburocratizzare
Scritto da Gabriele RenziPeriodicamente il termine “condono” si riaffaccia nel dibattito politico del paese. Recentemente è tornato alla ribalta per alcune norme inserite nel Decreto Genova, che consentiranno la ricostruzione di edifici costruiti abusivamente in zone colpite dai recenti cataclismi come i terremoti nel centro del paese e a Ischia.
Humana, Rete Onu: la nuova legge riordinerà il settore dell'economia dell'usato deviando un milione di tonnellate di rifiuti dalle discariche
Scritto da Giuliano GiulianiniL'Unione Europea ha disposto che dal 2025 sarà obbligatorio differenziare e raccogliere i rifiuti tessili: quindi vestiti usati, ma anche coperte, lenzuola, teli e tessuti in generale. Il tutto nell'ottica dell'economia circolare che vuole il riuso e il riutilizzo degli oggetti usati.
Perché l'economia imperante ci rende infelici? Le alternative?
Scritto da Giuliano GiulianiniRispetto dell'ambiente; politiche sostenibili; tecnologie green; prodotti ecologici. Nell'immaginare un pianeta e una società umana meno inquinati, spesso dimentichiamo il ruolo chiave dell'economia.
FederBio: il futuro dell'agricoltura italiana è biologico. La politica segua il cambiamento in atto.
Scritto da Giuliano GiulianiniSempre più spesso in supermercati e negozi vari si incontrano espositori, scaffali o interi reparti dedicati al cibo e ai prodotti “biologici”. Fino a poco tempo “bio” era sinonimo di naturale, si, ma anche deperibile, pregiato... e costoso. Oggi però si sta facendo strada la convinzione che “biologico”, ovvero prodotto senza pesticidi, fertilizzanti e altri prodotti chimici sintetici, sia anche sinonimo di migliore per la salute, sostenibile per l'ambiente e quasi altrettanto economico. Ben 65.000 imprese italiane sono impegnate in questo settore. Circa un milione e 800.000 ettari del suolo agricolo nazionale sono, già oggi, destinati a coltivazioni biologiche. Eppure l'agricoltura più verde soffre la concorrenza sleale di quella, cosiddetta, convenzionale.
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Responsabilità sociale d’impresa. Da adempimento normativo a asset strategico
Scritto da Gabriele RenziUn’impresa che vuole operare nella società contemporanea ha bisogno di rapporti positivi con tutti con i propri portatori d’interesse, collaboratori, fornitori, comunità e istituzioni locali, e per questo deve agire nei loro confronti con la massima trasparenza e correttezza con una politica aziendale che tenga presente il concetto di sostenibilità e sappia conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento.
Questa politica virtuosa viene definita responsabilità sociale d’impresa, o Csr, usando l’acronimo inglese, settore su cui negli ultimi anni molte aziende hanno investito, comprendendo il fatto che agire in maniera corretta non è “solo” un obbligo, ma una questione strategica.
Ronchi: migliorare la raccolta differenziata e aumentare qualità del riciclo per soddisfare direttive UE
Scritto da Gabriele RenziIl nostro sistema produttivo impatta in maniera rilevante sul pianeta, non solo in termini di inquinamento, ma anche per il prelievo di risorse naturali che è da tempo eccessivo, tanto da non permettere al pianeta di rinnovare tutto quel che viene consumato.
Ridurre il prelievo di risorse naturali sarà impossibile se non si modificherà il nostro modo di produrre facendo in modo che ciò che una volta veniva considerato rifiuto venga correttamente recuperato e trattato per dar vita ad un nuovo materiale pronto per rientrare nel ciclo di produzione. È la cosiddetta economia circolare, settore continua crescita economica e occupazionale.
Per incentivare questa transizione l'Unione Europea ha varato un pacchetto di normative che entro il 5 luglio 2020 dovranno essere recepite dagli Stati membri. Per capire cosa dovrà cambiare nel nostro Paese all'interno di "A Conti Fatti", rubrica a cura di Economia Cristiana trasmessa da Radio Vaticana, interviene Edo Ronchi,presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e del Circular Economy Network, che recentemente ha lanciato un concorso dedicato alla migliori startup italiane dell’Economia Circolare.
ILO: 24 milioni di posti di lavoro grazie alla transizione alle fonti rinnovabili. Necessario tutelare chi perderà il posto
Scritto da Gabriele RenziLe sfide poste alla nostra società dal cambiamento climatico e dal riscaldamento globale, e più in generale dalla necessità di proteggere l’ambiente impongono un importante cambiamento al nostro sistema economico.
Un cambiamento nel tessuto produttivo non potrà non avere conseguenze sul mercato del lavoro e in questo senso i cosiddetti green jobs costituiscono il futuro.
Ne parla intervenendo all’interno di “A Conti Fatti”, rubrica a cura di Economia Cristiana trasmessa da Radio Vaticana Italia, Catherine Saget, economista al dipartimento della ricerca dell’ILO e autrice principale del rapporto ILO “World Employment and Social Outlook 2018: Greening with Jobs”.
ENEA: famiglie e industrie italiane sulla buona strada dell'efficienza energetica. Terziario e trasporti rimangono indietro.
Scritto da Giuliano GiulianiniL'efficienza energetica è quel principio per cui si installano infissi con i doppi vetri alle finestre degli appartamenti o si coibentano solai e pareti di interi palazzi: ambienti ben isolati fanno risparmiare energia, e dunque denaro, per riscaldarli o raffreddarli. ENEA ha appena pubblicato il settimo Rapporto Annuale sull'Efficienza Energetica in Italia, con dei dati bene auguranti.
Nel 2017 gli italiani, convinti anche da bonus e incentivi vari, hanno speso 3,7 miliardi di euro per interventi di riqualificazione energetica. Negli ultimi sei anni questi interventi hanno fatto risparmiare al Paese circa due miliardi e mezzo di importazioni di combustibili dall'estero e, forse più importante, 19 milioni di tonnellate di anidride carbonica che grazie ai minori consumi non sono state disperse nell'atmosfera.
Per approfondire l'argomento “A conti fatti”, rubrica radiofonica di EconomiaCristiana.it trasmessa da Radio Vaticana Italia, ha intervistato Alessandro Federici, responsabile per ENEA del monitoraggio delle politiche di efficienza energetica.