Pellegrinaggi, da Napoleone all’economia dei cammini In evidenza
Scritto da Gabriele Renzi
Negli ultimi anni il cammino è stato riscoperto da sempre più persone come attività sportiva, turistica o più semplicemente come un modo per riscoprire se stessi e il proprio rapporto con l’ambiente e le persone che ci circondano. Ma non bisogna dimenticare che anche i cammini moderni rinascono sulle antiche vie di pellegrinaggio e non a caso sono moltissimi i fedeli che li stanno riscoprendo come strumento di riflessione e di preghiera.
Per analizzare in che modo il concetto di pellegrinaggio si sia evoluto nel corso degli ultimi due secoli, “A Conti Fatti”, la rubrica di EconomiaCristiana.it trasmessa da Radio Vaticana Italia 105.0, ha interpellato Daniele Menozzi, professore di Storia Contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e curatore per Treccani del volume “L'Italia e i Santi, Agiografie, riti e devozioni nella costruzione dell’identità italiana” .
Professore, il pellegrinaggio è per tutte le religioni, da sempre, uno strumento di redenzione da una parte e di supplica dall’altra. In Italia una svolta in questo senso, in particolare legata alla figura di Maria, avviene a fine ‘800 con Napoleone e la sua campagna d’Italia.
Vi è qui un primo momento di un tratto della devozione mariana che poi ha segnato i due secoli successivi. Il problema è che la presenza delle armate napoleoniche in Italia viene percepita come un’aggressione, che mette in questione le identità profonde di coloro che vedono passare i francesi. La Rivoluzione (Francese, ndr.) da tempo era stata presentata come qualcosa di diabolico, un attacco a tutto ciò che aveva costituito il farsi della civiltà cristiana. È in questa situazione, in cui ci si sente minacciati nelle proprie identità profonde, che attraverso pellegrinaggi, processioni, cerimonie religiose e liturgiche, si ricorre alla figura che tradizionalmente è legata alla protezione materiam, e che dunque ha una funzione rassicurante. Di qui, rispetto all'avanzata delle truppe napoleoniche, il susseguirsi di annunci di miracoli mariani, che vengono accompagnati da manifestazioni religiose collettive, tra cui anche processioni e pellegrinaggi, che in qualche modo affidano alla Madonna la protezione da questo intervento militare, che viene ritenuto come distruttivo delle proprie identità.
Un percorso simile, ma diverso nei contenuti, avvenne anche dopo l’Unità d’Italia.
Qui i fenomeni diventano ancora più complessi. Se da un lato l'esperienza concreta avvia una coabitazione con i francesi invasori, che del resto mantengono la loro invasione per un periodo molto limitato e dunque ben presto questa minaccia viene scongiurata, quella che per lo meno era stata percepita come una minaccia profonda viene scongiurata; con l'Unità d'Italia le cose cambiano, perché non ci troviamo più di fronte alla manifestazione di un trasformazione politica che viene percepita come pericolosa per la Chiesa, se non per l'identità cristiana di tipo effimero, come era stata l'invasione delle truppe francesi. Qui ci troviamo davanti alla costruzione di uno stato unitario le cui strutture diventano permanenti nel lungo periodo, e in cui la politica ecclesiastica diventa sempre più una politica ostile nei confronti della Chiesa: non solo perché lo stato unitario si realizza a spese del territorio del Papa, ma perché promuove una politica che inizialmente è separatista, ma poi diventa con tratti fortemente giurisdizionalisti.
In questa situazione si avverte di nuovo la necessità di una difesa della Chiesa. Per altro una difesa più complicata, perché coloro che si vogliono difendere dallo stato unitario sono pur sempre italiani e dunque debbono coniugare l'identità cattolica con l'identità nazionale. Da questo punto di vista alcuni santuari mariani (quelli più celebri in Italia sono Loreto e Pompei) diventano luoghi all'interno dei quali i cattolici svolgono pellegrinaggi in cui l'identità cattolica e l'identità nazionale si declinano e, in qualche modo, cominciano a fondersi.
In questo c’è l'interesse per questi fenomeni: perché manifestano trasformazioni che, nel corso del tempo, assumeranno anche tratti preoccupanti. Perché non si tratterà più di fare in modo che l'identità cattolica sia compatibile con l'identità nazionale, ma si arriverà addirittura a parlare di un “nazional-cattolicesimo” che assumerà tinte fortemente nazionaliste. Questo è uno sviluppo che si ha nel corso del tempo. È però interessante notare è che nei santuari mariani ci si comincia a muovere in nome di Maria “Castellana d'Italia”, cioè una Maria che riesce a riassumere e a fondere nel suo mantello protettore tanto l'identità cattolica che l'identità italiana.
Nel secondo dopoguerra si ribaltano in parte i ruoli, non sono più i pellegrini a visitare i santuari, ma le cosiddette "madonne pellegrine" che dai santuari escono per evangelizzare la popolazione.
Il fenomeno delle madonne pellegrine ha un'origine molto precisa. L'uscita dai santuari delle immagini della Madonna per andare in giro per il paese a incontrare fedeli e non solo, ha un sintagma che la caratterizza in modo molto significativo. Viene chiamato “Grand Retour”, da un'esperienza che si realizza in Francia: l'immagine della Madonna va verso i fedeli, e più generalmente verso la popolazione, per invitarli ad un ritorno. Perché un ritorno? Perché la percezione comune è che ci si muove in un paese ormai fortemente “scristianizzato”; non a caso uno dei libri che hanno maggiore successo nella Francia di quegli anni è “La France, pays de mission?” (“Francia, paese di missione?”, ndr.). La Francia, che un tempo era la primogenita della Chiesa, in realtà è diventato un paese che ha bisogno di essere ricristianizzato, come un paese di missione. Dunque il “retour” si caratterizza come un riavvicinamento delle immagini religiose e della Chiesa alla popolazione, per sollecitare la sua nuova adesione alla fede. Queste è l'origine delle madonne pellegrine
Va detto che questo fenomeno si incrocia e si innesta con altri: l'esperienza francese verrà replicata in Portogallo con la Madonna di Fatima. Ma nel corso degli anni '30 si erano avute le rivelazioni di altri segreti della Madonna di Fatima, che la caratterizzavano non più in senso pacifista, come era nelle rivoluzioni originarie, ma in senso anticomunista. L'incrocio del Grand Retour con la connotazione anticomunista della devozione mariana legata a Fatima, fa si che le madonne pellegrine del secondo dopoguerra siano fortemente caratterizzate in senso politico. In fondo non è un caso che, in Italia, l'esperienza delle madonne pellegrine abbia il suo massimo sviluppo tra le settimane attorno al 2 giugno 1946, le elezioni per i deputati alla Costituente e il referendum per la scelta costituzionale tra monarchia e repubblica, e le elezioni politiche del 18 aprile 1948. Certamente il fenomeno ha anche altre dislocazioni temporali, ma la sua maggiore densità è proprio attorno a queste scadenze elettorali.
Questo denota che la Madonna pellegrina è un fenomeno che si politicizza non solo in senso generale, cioè l'avvicinarsi al popolo per favorire il ritorno ad una società cristiana, ma si caratterizza anche in senso strettamente politico: questo ritorno dovrebbe portare ad uno stato confessionale. In fondo non è più solamente l’auspicio a un ritorno ai grandi principi e valori di fondazione cristiana di una comunità collettiva, ma va anche nella direzione di una
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