Mi dicono che il trapizzino sia arrivato anche a New York.
Esatto. Lo scorso ottobre abbiamo partecipato a una fiera di street food, che il comune di New York allestisce al centro di Manhattan due volte l'anno per un mese. Abbiamo portato il nostro prodotto da Roma con molta gioia ed orgoglio.
Si sono spese molte pagine sul successo dello street food. Qualcuno ne attribuisce il successo solo a motivazioni legate a questo particolare momento economico. È l’unica ragione o ce ne sono altre?
Non credo sia l'unica ragione, c’è anche la voglia di una maggiore semplicità e di una cosa più diretta, che sia più fruibile facilmente. Certo, la molla economica ha fatto scoprire lo street food che piace molto.
Credo che molto sia dovuto anche alla varietà della proposta. Popizze, scagliozzi, gnommareddi, strazzada, ciarimboli, miaccia, miassa, puccia, maritozzo, tigello… C’è un modo dietro al cibo da strada.
Si, c'è un mondo, ci sono la cultura, gli usi e i costumi delle tante sfaccettature italiane.
Ho riconosciuto nello street food che lei ha citato Bari, Catania, Palermo, Firenze e tutte le città d'Italia che si scoprono sin da ragazzo con le gite scolastiche.
Con lo street food si vanno a sposare le antichissime tradizioni con le innovazioni. Il trapizzino ne è un esempio: un triangolo di pizza con dentro i piatti tipici della tradizione romana. Quanta ricerca c’è nello street food?
Quando mi è venuto in mente il trapizzino c’era la voglia di raccontare in maniera veloce e dinamica tutta la nostra storia, la cultura gastronomica romana, quindi utilizzare la coda alla vaccinara,la trippa alla romana o la coratella quasi come un cibo etnico, come se si mangiasse un sushi o un messicano, piatti antichi spesso da molti giovani dimenticati o sconosciuti.
Ho giocato un po' con questi piatti antichi come fossero una cosa moderna e li ho messi dentro questo angolo di pizza bianca, una forma triangolare molto dinamica che non si sostiene se si poggia sul tavolo perché fuoriesce l'interno; è questo che da la sensazione di street food, devi mangiarlo in mano.