Pellet, vietato farsi fregare: solo questo tipo scalda veramente tutta casa
Arriva il momento dell’accensione dei riscaldamenti. Se anche tu hai una stufa a pellet, sai davvero come scegliere il migliore?
Non è ancora arrivato l’inverno ma le temperature sono decisamente calate, e in alcune zone d’Italia anche di parecchio.
Anche se la mattina si sta ancora bene, al tramonto il freddo inizia a sentirsi. Ed è il momento di accendere i riscaldamenti.
Chi ha i termosifoni non ha problemi di sorta. Regola il termostato, schiaccia un pulsante e via. Ma per chi ha la stufa a pellet le cose cambiano.
Scatta la ricerca del pellet che costa meno e che abbia una buona resa. Ma sei davvero sicuro di saper scegliere bene?
Pellet: come scegliere il migliore
Scegliere un buon pellet è importante per vari motivi. Innanzitutto per risparmiare davvero: se ha una resa molto alta, anche se lo hai pagato un po’ di più, te ne servirà meno. Inoltre la stufa non avrà problemi di ostruzioni. Per capire cosa stai acquistando devi imparare a leggere l’etichetta, lì hai tutto ciò che ti serve.
In genere la scelta ricade tra faggio e abete. Sembrano simili ma hanno caratteristiche differenti. Quello di faggio ha una resa migliore ma produce più cenere, mentre quello di abete al contrario rilascia meno residui ma ha una resa un po’ più bassa. Ci sono però altri parametri da considerare.
Come leggere l’etichetta
Molto importante il potere calorifico del pellet, ovvero la quantità di calore che deriva dalla combustione. Il valore deve essere alto, almeno tra 4,5 e 4,8 kWh/kg. Questo è un buon pellet che riscalda. Anche la quantità di cenere residua è da tener conto. Non solo in termini di frequenza della pulizia, dovrai infatti aspirare la stufa ogni giorno. Ma anche di manutenzione stessa, poiché anche il tubo tenderà a sporcarsi più velocemente e richiederà l’intervento di un tecnico. La percentuale di residuo fisso deve essere bassa, ad esempio lo 0,7% è un ottimo valore.
In linea di massima puoi fare riferimento alla certificazione En Plus – che indica il prodotto, la tracciabilità e il ciclo di vita del materiale. Quindi in ordine decrescente troverai il pellet A1, il migliore e con una percentuale dello 0,7% di residuo fisso delle ceneri. Poi il pellet di qualità media A2, con residuo fisso che arriva fino all’1,2% e infine il meno pregiato A3, con un contenuto di ceneri che arriva fino al 2%. Infine, controlla la percentuale di umidità, che deve essere al massimo dell’8%. Più è alta, meno sarà il potere calorifico e lo sporco nella camera di combustione.